Alla Grotta Inferiore ci si arriva continuando lungo il cammino su cui già vi trovate: si piega sulla destra e la passerella (costruita a sbalzo nella roccia viva nel 1874) si addentra nella gola selvaggia, snodandosi in una serie di curve e di anse incuneandosi nelle viscere della montagna. State camminando a un metro sopra l’acqua che gorgoglia sotto i vostri piedi.

L'impressione sarà quella di trovarsi dentro una grotta, ma in realtà si tratta di un’alta e strettissima “forra”, ovvero una profonda gola scavata dentro la montagna dalla furia delle acque a una profondità di 55 metri. Di cascate ne esistono a migliaia nel mondo, ma una conformazione di questo tipo è piuttosto inconsueta, prodotta da un lavoro durato la bellezza di 20.000 anni! Un fenomeno che rispecchia il proverbio latino "gutta cavat lapidem": la goccia scava la roccia.

Questa è la parte terminale della cascata, che nella gola crea un gran frastuono: un rumore assordante e un turbinoso spumeggiare dovuti ad una spinta imperiosa costretta dopo un salto di 98 metri in uno spazio di sfogo assai esiguo. Il tutto si svolge in una miriade di spruzzi, in un pulviscolo acqueo sottile come nebbia che dà all’atmosfera circostante una dimensione surreale.

Conclusa questa prima parte della visita alla cascata si lascia la Grotta Inferiore per salire alla Grotta Superiore.

Attraverso la Grotta Superiore si entra nuovamente nelle viscere della montagna, grazie ad una galleria scavata nella roccia viva nei primi anni del secolo scorso. Con questo tunnel, lungo 15 metri, si penetra nel massiccio e si giunge all’imbuto "infernale" in cui scorre la cascata, una vera e propria voragine.

Questa gola mozzafiato, completamente scavata dall'acqua, si incunea nella montagna per circa 73 metri, 15 metri in più della Grotta Inferiore (che arriva ai 55 metri). Continuando sulla destra si accede ad una specie di poggiolo, da cui si gode di una scena imponente: l'acqua precipita con una violenza inaudita (e lo fa incessantemente da 20.000 anni!) dentro a un imbuto roccioso naturale che lei stessa ha scavato nel corso dei secoli profondo quasi cento metri. In fondo, dove le cascata conclude il suo salto, un laghetto turbolento raccoglie l’acqua prima che questa raggiunga la Grotta Inferiore.

La forza dell’acqua e i materiali erosivi hanno agito come uno scalpello sulla roccia, che qui assomiglia ad un pezzo di stoffa o ad una tenda mossa dal vento, e dà vita ad una scenografia assai suggestiva fatta di figure fantastiche e pieghe bizzarre.

La salita alla Grotta Superiore non è semplicemente una tappa di trasferimento, ma un percorso intermedio costellato di punti interessanti.

115 scalini vi condurranno ad una stradina che comincia presto a salire tortuosa in mezzo ai fiori e alle aiuole del Giardino Botanico, recentemente realizzato.  Anche questo camminamento fa parte delle strutture costruite nell'arco degli anni per rendere accessibile la cascata: un tempo qui ci si arrampicava a fatica attraverso i pruni e gli sterpi. Il paesaggio circostante è immerso nel verde e la vista spazia dai monti alla piana di Riva del Garda, la cosiddetta "Busa".
L'area della Cascata del Varone è una preziosa nicchia ecologica, dove, grazie ad un microclima favorevole, piante tipiche mediterranee  e alberi di alta montagna crescono le une accanto agli altri: palme, jukke, cipressi, oleandri e olivi si alternano a querce, allori selvatici, nespoli del Giappone, pini neri e larici, piantagioni tipiche delle grandi altitudini. Guardarsi intorno è come sfogliare un trattato di botanica.

La temperatura si fa decisamente più fresca mentre il camminamento diventa via via più angusto, restringendosi tra lo strapiombo a sinistra e la parete di roccia che incombe sulla destra. Conclusi gli ultimi metri si giunge all'ingresso della Grotta Superiore.